Partire per un viaggio in Thailandia significa non solo entrare in contatto con nuove, straordinarie culture, ma anche imparare a conoscerne le atmosfere, i paesaggi e la fauna locale.
Gli elefanti sono un simbolo in Thailandia. Compaiono su monete, francobolli, bandiere ed hanno la loro giornata nazionale, il 13 marzo. Da che tempo è tempo, hanno vissuto liberi nella giungla che nel passato copriva la gran parte di tutto il sud-est asiatico ma, pian piano, hanno cominciato ad essere utilizzati anche per lavoro e spostamenti.
Agli inizi del 1900 si conta ci fossero ancora circa 100.000 elefanti allo stato selvatico in Thailandia. Ad oggi il loro numero è sceso a circa 3.000 animali in cattività e solo 2.000 in libertà.
Molti anni fa, come la maggior parte delle persone che decidono di partire per un viaggio in Thailandia (ed hanno la possibilità di farlo) ho partecipato anche io ad escursioni a dorso di elefante, pensando anche, all’epoca, che fosse un’attività “naturale” ed “ecologica”. Negli anni ho imparato però quanto questa pratica sia davvero dannosa per loro. Innanzi tutto il peso: benché così grandi, il loro dorso può sopportare al massimo un peso di 100/150 Kg e ovviamente una portantina con 2 persone (magari un po'…sovrappeso!) sono davvero gravosi! Inoltre il dover lavorare gran parte delle ore diurne, impedisce loro di potersi nutrire adeguatamente. Gli servono infatti molte ore per poter mangiare i circa 250 Kg di cibo che gli occorrono quotidianamente. Per non parlare inoltre dei metodi utilizzati in maniera assolutamente coercitiva per l’addestramento o di tutte le ore della loro giornata in cui rimangono incatenati.
E dunque ho deciso! Durante questo mio viaggio in Thailandia voglio visitare un centro di salvaguardia (Sanctuary)! Negli ultimi anni infatti molti ne sono stati creati. (Attenzione però: non tutti i centri che si presentano con questo nome lo sono davvero!).
Eccomi dunque in strada verso l’Elephant World di Kanchanaburi. È un piccolo centro, creato dal Dr. Samart e sua moglie nel 2008, dove vivono serenamente circa 30 elefanti. Tra le varie possibilità offerte, io scelgo di trascorrere l’intera giornata presso il centro. All’arrivo, veniamo accolti dal Responsabile che ci racconta il perché dell’importanza di questi centri e della salvaguardia degli elefanti. Mi aggiro per il campo, sotto la supervisione degli operatori e volontari e cerco di riconoscere i vari “ospiti” di cui ho potuto leggere sul sito del centro la storia e le caratteristiche prima della mia visita.
La giornata prosegue con la preparazione delle ceste con il cibo, ma anche osservandoli muoversi a loro piacere all’interno dell’ampio campo; riposarsi sotto un albero o fare bagni di fango. Un momento entusiasmante è quando arriva l’ora del bagno. Assisterli in acqua durante il loro bagno quotidiano…è veramente divertente e indimenticabile!
Poi ecco l’ora del pasto e tutti i visitatori contribuiscono a fornire ad ogni elefante la sua cesta piena di tante prelibatezze (per gli elefanti ovviamente!). A metà pomeriggio purtroppo arriva l’ora di salutarli. Vado via felice, sapendo almeno loro tra molti al sicuro da sfruttamento e sofferenza!
Di questo viaggio in Thailandia porterò con me il ricordo di tutti loro: la matriarca Nong Mai, che si stima abbia circa 90 anni. Un po' ombrosa e solitaria, senza denti ormai e lontana dal campo di trekking da cui è stata salvata nel 2016; Tong Kam, classe 1950, un vero gentleman di 2500 Kg estremamente delicato quando lo nutri dalle tue stesse mani, che adora le banane e fare il bagno nei giorni assolati. E come poter dimenticare la piccola Sky, la più giovane del campo con i suoi 9 anni…piena di energia, coccolata da tutto il branco.
Nel mio prossimo viaggio in Thailandia tornerò a trovarvi con grandi ceste di angurie!
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Milena