
Per ogni viaggio ci sono molti momenti.
L’idea - che nasce da un sogno, da un ‘immagine, da un profumo.
Spesso i nostri viaggi personali nascono da un impegno di lavoro, ma tutta la cornice che poi si sviluppa intorno è ben altro…
La creazione - la realizzazione pratica e la fattibilità di ciò che si è pensato.
L’attesa - dove in maniera più o meno concitata per alcuni, tra libri riviste, chat nei blog più o meno seri, nella totale incoscienza per altri, si arriva alla vigilia della partenza.
Il viaggio - Il momento in cui tutto si traduce in realtà e diventa una giostra al di fuori del tempo dove le emozioni si incontrano con i sogni che le hanno generate.
Un tempo si viaggiava per conoscere, ora si viaggia per avere conferme.
E poi il ritorno. E cosa resta di tutto ciò?
In Oriente si dice che quando si torna non si è più come quando si è partiti.
Per noi è un bagaglio di conoscenza professionale in più (e non si finisce mai di imparare). Incontri con persone improbabili ed altre interessanti. Nuovi amici, al di là del tempo che forse non trascorreremo mai più insieme.
Nei viaggi di lavoro, alle fiere, incontri con colleghi italiani con cui abbiamo condiviso momenti tra commenti e suggerimenti; stanchezza dopo ore e ore di fila ad ascoltare proposte a volte suggestive, a volte improponibili.
I colleghi di tutto il mondo nei “fam trip” e i viaggi in solitaria in luoghi a volte talmente belli in cui ti riprometti di volerci tornare, magari per più tempo, magari con persone a te care.
Gli alberghi bellissimi da cui non vorresti mai andar via e quelli dove non vorresti fermarti neanche un minuto. Ma ti consola il pensiero che -avendoli visitati – di sicuro non ci manderai mai nessun cliente!
In un giorno di settembre dell’anno scorso, ero in viaggio con mia sorella – in una cittadina remota del Giappone – ed una ragazza si avvicina a noi.
“Scusate ma.. ieri eravate voi sul sentiero verso il Kumano Hongu Taisha? Vi ho riconosciute! Di dove siete ??”
Era una ragazza americana in viaggio da sola. Per la prima volta nella mia vita di viaggi ho capito di non essere la sola ad osservare “gli altri”; a non essere l’unica a cercare di “carpire” attraverso uno sguardo o un gesto, la vita di persone che magari sto incrociando anche solo per qualche istante. A chiedermi chissà chi è, che lavoro fa… cosa farà domani.”
Quella ragazza presumibilmente non la incontrerò mai più. Eppure è un tassello di una vita da raccontare.
E intanto sono tornata a casa.