Siamo nella prefettura di Ishikawa, Hoshu. È l’isola più visitata e conosciuta dai viaggiatori stranieri che compiono un viaggio in Giappone. Appena preso possesso a Kanazawa dell’auto a noleggio e partiti in direzione nord, basta davvero poco per entrare in un’altra dimensione: benvenuti nella Penisola di Noto!
Guidare in Giappone in alcune aree (le grandi città ad esempio) può essere molto impegnativo, soprattutto per uno straniero. Traffico, segnaletica non sempre in inglese, parcheggi introvabili. Ma appena si lascia la città, tutto cambia. Il traffico si dirada e si entra in una dimensione rurale, tradizionale e, in molti tratti selvaggia.
Si comincia a visitare il Giappone rurale viaggiando lungo una strada che da un lato costeggia il mare, dove scogliere ripide si alternano all’incontro con tranquilli villaggi tradizionali. Pescatori ed artigiani si occupano delle loro mansioni, i ritmi sono molto più rilassati ed il tempo sembra davvero essersi fermato.
Oltre che nei villaggi, nel corso di questo viaggio in Giappone, non si può fare a meno di fermarsi lungo la strada per ammirare i Templi (primo tra tutti il Tempio Myojoji con la sua pagoda a 5 piani).
Luoghi naturali e di formazione rocciosa la cui storia si fonde e si mescola con la leggenda. Ecco alcuni esempi: la roccia Gammon, simile ad un cancello; le rocce gemelle Hatago Iwa, considerate sacre dalla religione shintoista e, dunque, legate da una corda, infine la gola Yoshitsune no Funakakushi.
Tappa finale della giornata la cittadina di Wajima, dove anche il mercato ha una sua storia risalente a oltre 1000 anni fa.
Quando il mattino dopo si riparte, si è immediatamente catapultati nella natura più aspra, insomma in uno scenario caratteristico che non può mancare durante un viaggio in Giappone. Le scogliere protese verso il mare del Nord sono interrotte improvvisamente dai terrazzamenti delle coltivazioni di riso di Senmaida creando giochi di luce incantevoli, soprattutto al tramonto.
Si riparte continuando verso nord ed il nostro punto di arrivo è il faro Capo Rokkozaki, oltre il quale la strada si inverte e la vista spazia sul Mar del Giappone.
Tappa successiva il villaggio rurale di Shuran no Sato, dove la comunità si è attrezzata per ospitare turisti e viaggiatori e permettere loro di immergersi totalmente nelle attività e tradizioni.
Trascorrere in questo luogo uno o due giorni è davvero uno dei modi migliori per visitare il Giappone nelle sue tradizioni più autentiche. Assaporare i ritmi di vita del luogo, cimentarsi in qualcuna delle tante attività proposte dalla comunità e dormire ospiti in una delle loro case al ritmo delle loro abitudini e cibi, sono solo alcuni esempi.
Purtroppo la lingua non aiuta (qui quasi nessuno parla inglese) e la comunicazione è quasi sempre fatta solo di gesti e sorrisi. Nonostante ciò questi giorni rimangono impressi nella memoria di questo viaggio fly and drive in Giappone in maniera assolutamente indelebile!