Benvenuti a Bali!
Nell’immaginario collettivo Bali è dietro l’angolo. Invece ci vogliono circa 16 ore e più di volo per raggiungerla. Ma quando si sale sull’aereo, in viaggio verso l'Indonesia, questo pensiero non ci sfiora minimamente, presi dall’euforia di esplorare uno dei luoghi “simbolo” degli anni ’80 e non solo. E sì! Raggiungere Bali era andare verso l’isola della felicità, l’isola degli Dei! Ed anche la letteratura e la cinematografia si sono sprecate nel tempo nel racconto di questa terra leggendaria.
Ed eccoci qui: scendiamo dall’aereo e veniamo accolti dal caldo dei tropici e dal sorriso della gente. Saliamo in auto e via, verso l’albergo. C’è l’imbarazzo della scelta ormai: non solo più le aree del turismo “storico” di Nusa Dua e Sanur; gli alberghi e resort si susseguono in tutta la parte sud, sud ovest ed anche nord dell’isola. Ad ognuno la sua spiaggia ed il suo villaggio.
Ma è riduttivo andare in viaggio in Indonesia e, soprattutto, a Bali - e non mi stanco mai di dirlo - solo per le spiagge. In quest’isola bisogna vivere la bellezza delle campagne, delle risaie, dei vulcani e la natura dirompente; rimanere affascinati dai Templi, dalle persone e dalle tradizioni.
Gli alberghi eleganti nella penisola di Nusa Dua e lungo la bella spiaggia di Jimbaran (attenti però… Se sbagliate posizione... Vi trovate letteralmente sommersi dal fumo delle grigliate di pesce che puntualmente ogni giorno sono allestite appunto sulla spiaggia per migliaia di persone!). A Jimbaran, per altro, oltre all’ultima “ondata” di hotel di lusso ci sono le ville di chi ha scelto quest’isola come “buen retiro” dall’Europa e dal mondo. Così come Ubud. Un tempo luogo di incontro di artisti e hippies, è diventato il luogo del relax per definizione! Ci si rilassa nelle Spa, si cammina e si va in bicicletta nella giungla, si parte per escursioni in tutta l’isola, si frequentano i locali del centro e si fa shopping nei negozi pieni di artigianato locale (anche se bisogna stare attenti, ormai, che non tutto è davvero prodotto sull’isola).
Per non parlare di Kuta, dove ragazzi australiani (e di tutto il mondo) vengono a sfidare le onde con le loro tavole da surf e la sera invadono i bar ed i locali. Una folla di giovani con pochi eguali!
Si potrebbe parlare – e a lungo – di ogni angolo di quest’isola. Perché ogni area è già un mondo a sé. E non ti ricordi di essere all’interno di un arcipelago di oltre 17.000 isole, popoli, lingue e religioni.
È un caos apparentemente senza controllo. Eppure il controllo è dato... Dal caso stesso!
L’imponderabile guida l’insieme. Non si può spiegare con concetti occidentali.
Così ti ritrovi in un traffico inaudito - praticamente ad ogni ora del giorno e ovunque - semplicemente perché… hanno costruito interi quartieri ma non strade sufficientemente grandi per attraversarle; strada piene di motorini che sfrecciano ignorando il pericolo. Infatti la loro filosofia è: se deve capitare… È destino.
Bali è anche l’isola dove di fatto convivono in pace etnie e religioni differenti.
La soluzione è rispettare tutti… E festeggiare tutto! Quindi tutte le settimane (o quasi) è facile incappare in una processione, una festa o una ricorrenza: non sono di certo mancate durante il nostro viaggio in Indonesia. Ma, a nostro parere, è un prezzo che si può pagare!