
È quasi mezzogiorno. Te ne accorgi dalla flebile linea di luce che appare all’orizzonte e che qui, in Lapponia è chiamata “alba di mezzogiorno”.
Per noi - europei del sud - abituati ad un alternarsi di luce e buio molto più marcato, è difficile abituarsi ad un’alba che dura otto ore.
Esco di casa e salgo in auto. Il termometro segna -23° (celsius) ma è normale. In fondo, da una certa temperatura in poi è difficile capire. Si esce dall’albergo (e da casa) adeguatamente coperti dalla testa ai piedi, e solo a pochi verrebbe in mente di andare in giardino senza gli indumenti artici, fosse anche solo per prendere della legna o una boccata d’aria!
Tutto è ovattato ed avvolto come in una bolla ed il ghiaccio cristallizzato sugli alberi forma delle vere e proprie “opere d’arte”! E’ il “tykky” - la galaverna - che rende gli alberi quasi umaniformi.
Un viaggio in Lapponia è una vacanza nel cuore della natura. Tutto o quasi si vive all’aperto; in mezzo ad una realtà estremamente inusuale per tutti noi. Pochi villaggi, piccole comunità fatte da poche case circondate da boschi e distese di neve. Fiumi, laghi e boschi sono ghiacciati, ed è quasi impossibile immaginarli in uno stato “normale”, cioè con acqua che scorre e foglie verdi. Ma…dicono che in estate sia così!
La giornata di oggi prevede di visitare un allevamento di renne ed incontrare il loro allevatore, ultimo rappresentante dell’etnia Sámi in queste zone. I Sámi generalmente non sono persone che vivono fuori dal mondo, ma gente integrata che mantiene vive tradizioni e conoscenze in una modernità che ha loro permesso di abbandonare la scomoda vita nomade. La capacità di utilizzare le risorse differenti presenti e di vivere in maniera più lenta, poiché è il territorio stesso ad imporre questo ritmo di vita. La tradizione, tramandata dalle donne sciamane, che altro non sono che donne in grado di trasmettere conoscenza (donne come un tempo si trovavano anche nelle nostre montagne e nei nostri villaggi remoti).
Le renne, poi, sono animali davvero incredibili! Ti vengono incontro tranquille, si fanno accarezzare, si fanno nutrire, sperando in qualche boccone “prelibato” come il jäkälä, il lichene che cresce sulle cortecce degli alberi! E poi sono forse il miglior mezzo di locomozione delle slitte con cui addentrarsi nei boschi.
Ed in effetti è con questa escursione che continua il mio viaggio in Lapponia!
E mentre avanzo nel bosco comodamente seduta e ben coperta, la mia mente rilassata si popola dei ricordi delle esperienze appena vissute. Sono pochi giorni ma la percezione del tempo è incredibilmente dilatata. L’incontro con i cani husky di ieri. L’ululato del branco al mio arrivo all’allevamento, le coccole dispensate a grandi e piccini, la loro voglia di partire e correre ed essere un tutt’uno.
Poi… i ricordi si inseguono… la visita all’antico villaggio di pescatori di Kukkola, dove in una casetta di legno del Settecento abbiamo imparato a fare il pane alla maniera tradizionale; il museo del pesce e la pesca, che ha permesso a questi popoli di vivere e prosperare senza dover migrare in inverno. La bottega artigiana nella vecchia dogana, al confine tra Svezia e Finlandia, dove abbiamo visto un vero laboratorio di oggetti in legno. E che dire della giornata sul ghiaccio? Dove il bianco non ha soluzione di continuità tra terra e cielo, e oltre a pescare si può provare anche ad immergersi nell’acqua ghiacciata! E voi…lo fareste?
Torno con il pensiero a Sixten, che ci parla dei coltelli che realizza a partire dalle corna e dalle ossa di renna. Lui è un artigiano acclamato, da queste parti. E penso ai prossimi “impegni” del mio viaggio in Lapponia: a breve si riparte alla ricerca nuovamente dell’aurora boreale. Quella di due giorni fa è ancora viva nei miei occhi e nelle mie emozioni: lampi di colore che folgorano il nero della notte, lampi di verde che giocano nell’aria, fino a che la notte è viva…
Intanto la slitta si è fermata: scendo, entro nella stanza al caldo e sorrido al pensiero delle prossime giornate che mi aspettano. E mi riscaldo con una tazza di succo di frutti di bosco caldo… corretto, ovviamente!